I COMPITI DA CORREGGERE

Qualcuno lo distrasse dallo studio sbattendo rumorosamente la porta della biblioteca. Era un uomo abbastanza giovane, sui quarant’anni che si sedette al suo stesso tavolo. Aveva in mano un mucchio di fogli.
Li sparpagliò sul tavolo e disse:
– Che importa! Li correggerà qualcun altro!
Lorenzo capì che l’uomo era un professore.
Il professore riordinò i fogli e li mise davanti a sé. Dopo qualche secondo, iniziò a fissare il ragazzo seduto accanto a lui.

– Puoi ascoltarmi un attimo? chiese il professore.
– Ehm… sì! rispose lui.
– Sei uno studente di questa università?
– Sì!
– Scusa se ti disturbo ancora, ma volevo chiederti… puoi aiutarmi a correggere questi compiti?
– Beh, io… ho molto da fare, però posso trovare un momento libero per aiutarla, rispose incerto Lorenzo.
– Grazie, te ne sarò eternamente grato!

Prima di ciò, Lorenzo stava ripassando i suoi appunti seduto a un tavolo della biblioteca. Era da solo. Si trovava lì, in biblioteca, perché durante la settimana aveva deciso di non studiare. L’orologio segnava le due del pomeriggio e proprio l’ora dopo avrebbe avuto un’interrogazione importante di inglese. Erano tutti in pausa pranzo, tranne lui.
Gli appunti erano un po’ confusionari e non avendo toccato il quaderno per tutta la settimana, non li aveva neanche riscritti e capiva ben poco di quello che aveva scritto.

Quindi, lo studente e il professore, si misero a correggere questi compiti. Furono così veloci, che riuscirono a finire qualche minuto prima che finisse la pausa pranzo.
– Ora come farò a studiare per l’interrogazione? pensò ad alta voce Lorenzo.
– Non ti preoccupare, ti giustificherò io! In fin dei conti, tu mi hai aiutato, quindi io aiuterò te!”
Il professore guardò l’orario, e vide che era troppo tardi per continuare a parlare. Quindi prese la sua cartella e se ne andò, dimenticando però i compiti corretti sul tavolo.
Il ragazzo, accorgendosi che il professore aveva dimenticato i fogli lì, decise di aspettare la fine della pausa pranzo per consegnarli in segreteria. Così, una volta finita la pausa pranzo, Lorenzo si avviò verso la segreteria.
– Buongiorno signora, disse il ragazzo, un professore ha lasciato in biblioteca questi compiti.
La donna prese i fogli e li guardò velocemente. Ma d’improvviso, la donna fece un’espressione preoccupata.
– Hai visto il professore che ha lasciato questi fogli? O li hai semplicemente trovati?
– Sì che l’ho visto. L’ho persino aiutato a correggerli, era molto giovane, sui quarant’anni. Aveva i capelli scuri e gli occhi verdi.
– Mi dispiace contraddirti, ma non è possibile! disse la donna.
– Sì, invece! È entrato in biblioteca sbattendo la porta, ha messo questi fogli sul tavolo e dopo un po’ mi ha chiesto se potevo aiutarlo a correggerli! replicò lo studente.
– No, non è possibile, il profess… la donna venne interrotta.
– Le ho già spiegato, che il professore è entrato, ha corretto i compiti e se n’è andato, dimenticandoli sul tavolo della biblioteca!
– Non posso crederti e posso anche spiegarti il perché: devi sapere che il professore di cui parli, disse con un sospiro, è morto un mese fa. Purtroppo l’assassino non ha lasciato nessuna traccia, quindi il cadavere è stato trovato da qualche giorno.
– Morto? assassino? Ma, io l’ho visto e ci ho parlato.
– Lei lo avrà confuso con qualche altro professore!
La segretaria mostrò l’articolo che parlava dell’omicidio a Lorenzo:
UCCISO UN PROFESSORE DELL’UNIVERSITA’ DI ROMA.
A quel punto lo studente spalancò gli occhi e si azzittì.
– Io… credo di essermi addormentato mentre studiavo gli appunti di inglese. Mi scusi, forse ho sognato tutto. Buona giornata.
– Sì, probabilmente. Arrivederci, rispose la donna.
Lorenzo si avviò verso l’aula dove sarebbe dovuto essere in quel momento: quella d’inglese.
– Nessuna giustificazione. Un altro esame rimandato, sussurrava mentre camminava con gli appunti d’inglese in mano. Eppure ero sveglio…

C. F. 1A

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