Bullismo: e se domani il debole fossi tu?


Il bullismo è un atto volontario che purtroppo si ripete nel tempo e che si basa sull’esercizio illecito di potere ai danni di chi non avendone non riesce a difendersi. L’ambito scolastico è il luogo in cui maggiormente si manifesta questo atteggiamento di bullismo. Solitamente un branco di ragazzi attacca il più debole, il più indifeso. Esempio clamoroso è il caso del ragazzo Down maltrattato in aula dai compagni al cospetto di tutti. Marina Corrodi in “Quella meschina prodezza esibita su internet”-Avvenire 14-11-2006, racconta questo episodio: i quattro mascalzoni dopo aver beffato e violentato il ragazzo hanno pubblicato il tutto in rete senza timore né vergogna.

Lo scandalo maggiore è che oltre ai “quattro mascalzoni” erano presenti anche “venti vigliacchi” che, sebbene avessero potuto porre fine a quell’ingiustizia, rimasero inermi ad osservare divertiti. E’ Raffaello Masci a riportarci le scandalose percentuali in “Nonnismo a scuola per 8 studenti su 10”- La Stampa 17-11-2006: il giornalista afferma che ben il 78% dei ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie è stato vittima di bullismo. Oggi, tra i ragazzi, questi atti di violenza sono sempre più accettati tant’è che per il 56% di loro “nella vita è molto meglio essere furbi e svegli, piuttosto che disciplinati e diligenti”. Sempre Raffaello Masci constata che gli atti di violenza non avvengono solamente a scapito di altre persone, ma spesso vengono prese di mira le strutture scolastiche , nel cui caso è però più adeguato parlare di atti di vandalismo; circa 500 scuole sono state allagate, incendiate, infestate da topi o derubate. Ma da dove viene tutta questa violenza? Chi è che ha spianato la strada per questo atteggiamento? Ruggero Guarini ci fornisce una risposta in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 3-12-2006 intitolato “La crisi d’autorità in classe è figlia del ‘68”. Proprio in quel periodo la scuola venne totalmente gestita dai giovani, fu cacciato il preside e i professori assistevano impotenti a quanto accadeva. Il fenomeno del bullismo, però, non va ammonito o sanzionato perché il bullo ne farebbe un vanto. Invece è certamente più efficace l’espulsione, poiché l’espulso perde importanza e diventa nulla. Ma come dice Francesco Alberoni nel suo articolo “Il bullismo si elimina con una scuola competitiva”- Corriere della Sera 3-12-2006, i bulli devono essere costretti a lavorare in centri di assistenza ai disabili, col fine di imparare che la società civile non insegna a opprimere il debole, ma a difenderlo e aiutarlo. Spesso il bullo si difende affermando che il fatto da lui compiuto, violenza o beffa che sia, è un fatto scherzoso e giocoso. Ma questo è il gioco dei forti e degli idioiti, incapaci di rispettare un uomo. E’ facile prendersela con i più deboli. Ma mi rivolgo a te, bullo: e se domani il debole fossi tu?
Ambra Catania IV A

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