BULLISMO: la diversità non è un limite ma una forza

In una società dove il primo obiettivo è apparire forte e indistruttibile, andando anche a prevaricare sull’altro, il termine bullo non fa assolutamente scandalo né tantomeno turba sentirlo. Da quanto emerso da un recente sondaggio un ragazzo su due dichiara di esser stato almeno per una volta vittima di bullismo, ovvero di aver ricevuto vessazioni fisiche o psicologiche da parte di alcuni coetanei. Il fenomeno dilania e si sviluppa a macchia d’olio nella nostra nazione già da molti anni, continuando però a svilupparsi maggiormente tramite le vie di comunicazione (i social), che diventano per cosi dire strumenti di cui ci si avvale per denigrare o offendere l’ altro in anonimato.

Ma procedendo con ordine, definiamo prima cosa si intenda con il termine “bullo”; a questa voce il dizionario treccani scrive.” Giovane arrogante, violento, teppista, bravaccio”, pertanto sarebbe un individuo che vuole imporre il suo”io” sul resto dei suoi coetanei più deboli,considerati “diversi”, facendosi aiutare spesso da quello che viene definito “bullo gregario”, ovvero un gruppo di ragazzi che vanno ad appoggiare il leader (“bullo dominante”) e ne svolgono i suoi ordini. Di solito sono individui che hanno una certa prestanza fisica che godono di grande stima e “devozione”tra i loro coetanei che vedono in lui un modello da seguire sul come comportarsi con gli altri; Ma questa esigenza di imporre la sua persona sugli altri da cosa scaturisce? Secondo alcuni studi risulta che alla base di quest’atteggiamento ci sia un profondo senso di insicurezza e malessere, a volte a causa anche della condizione familiare, per la quale il bullo cerca cosi di colmare questo senso di vuoto imponendosi sugli altri. Varie sono le forme di bullismo; emerge dallo stesso studio citato pocanzi, che la forma di bullismo più utilizzata dai ragazzi sia fisica, quella invece utilizzata dalle ragazze sia psicologica (si cerca di denigrare la vittima offendendola per come si veste , per i suoi gusti) ponendola cosi al centro di un circuito da cui è difficile venir fuori. C’è poi il cyber bullismo, come già scritto, violenza che viene perpetrata alla vittima tramite l’invio di messaggi sulle chat di social, in anonimato, o la pubblicazione sui medesimi social di foto o video, in atteggiamenti intimi, della vittima che in breve diventano virali provocando cosi un senso di impotenza e frustrazione che sempre più spesso porta a finali tragici. Molte delle vittime,infatti,covano in loro questo malessere non trovando un appoggio, una risposta d’aiuto nella scuola o nella società ,che il più delle volte rimane a guardare, “impotente”, a suo dire.Ultimo episodio noto di vittima del cyber bullismo è Tiziana Cantone , giovane ragazza trentenne la quale non è riuscita ad andare avanti e a rifarsi una vita dopo esser stata offesa e criticata da tutto l’Italia. Il suo caso era stato reso pubblico nell’Aprile del 2015 quando il suo fidanzato aveva messo sul web un video che la ritraeva in atteggiamenti intimi. Il fattoreche non riesce a far stroncare sul nascere questo tipo di fenomeni è che il più delle volte i bulli rimangono impuniti; infatti sia quando il bullismo viene perpetrato di presenza sia quando invece nell’anonimato tramite i social i bulli rimangono impuniti anche perché tutelati dal resto della società,omertosa,la quale dice di non esserci mai accorta di questi atteggiamenti o anche se vede non parla Infatti proprio i bulli sicuri di questa protezione in alcuni casi mettono sul web video che ritraggono una serie di azioni (pestaggi,offese) da loro stessi perpetrati; come la storia del ragazzo down di Torino, raccontata dalla giornalista Marina Corradi ne Avvenire, il quale è stato pestato dai suoi bulli davanti gli occhi delle maestre e dei compagni di classe, i quali quando gli venne chiesto perché non fossero intervenuti risposero che era un “gioco”. Ma adesso, la nostra società è arrivata al punto di definire “gioco” la messa in ridicolo della vita di un altro, che viene sbeffeggiato, a loro dire, solamente per scherzo? Ognuno di noi pur di apparire e predominare sull’ altro è disposto anche a schiacciarlo? Bisognerebbe stare più vicini alle vittime e far capire che la diversità è FORZA, la diversità è BELLEZZA, e che quindi il problema non sono loro, ma il bullo e tutto il suo gruppo incapaci di stare al centro della scena sennò con la forza!
Francesca Minissale IV A

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