Non potevamo crederci, l’A.S.L.A. non esisteva più, non avevamo più un lavoro e dopo quattro anni a contatto solo con spie come noi, adesso dovevamo tornare alla nostra normale vita.
– Mi dispiace ragazze, ma non posso farci proprio nulla, ci aveva detto Sarah, il nostro capo, prima di salutarci e andare via.
Mi chiamo Scarlett, ho 19 anni e vivo a Los Angeles, io e le mie tre, nonché uniche, amiche siamo, o meglio eravamo, spie. L’agenzia per cui lavoravamo ci aveva contattate quattro anni fa; avevano bisogno di nuovi e giovani agenti. Avevamo 15 anni e anche se l’idea di dover vivere a contatto solo con spie, non andare in una normale scuola e abbandonare le nostre amicizie, inizialmente non ci piaceva, alla fine accettammo.
– Come faremo adesso? Sono anni che non stiamo a contatto con gente normale, disse Emily preoccupata
– Non ci rimane altra scelta, andremo al college e cercheremo di riprendere le vite che abbiamo abbandonato anni fa, rispose Kylie ormai arresa di fronte alla realtà.
Quel pomeriggio uscimmo dalla sede dell’A.S.L.A. per l’ultima volta.
Arrivammo alla Pacific Coast Accademy verso le 17:00 e dopo circa un’ora di visite per tutto il campus, finalmente ci assegnarono la nostra stanza.
– Siamo arrivate nella nostra nuova casa, sospirò afflitta Ashley.
– Che la nostra nuova vita abbia inizio! esclamammo senza entusiasmo all’unisono.
Sistemammo le nostre cose e poi ci sedemmo per parlare.
– E’ strano non vedere aggeggi super tecnologici per tutta la stanza- dissi.
– Già, non abbiamo più neanche un gadget continuò Emily.
– Ci è rimasto solo l’orologio, sospirò Kylie, fissando il suo.
– Beh, almeno possiamo ancora parlare con Sarah, pensò ad alta voce Ashley.
– SARAH! esclamammo in coro, dopo aver realizzato quello che aveva detto pochi secondi prima l’agente A.
– Che dite la chiamiamo? chiesi, pur conoscendo già la risposta, le ragazze annuirono. Cercammo di chiamarla, ma niente, lei non rispose mai.
– Prova un’altra volta Sky, mi incoraggiò Emily.
– E’ inutile, questa è la decima volta, non risponderà, dissi affranta.
Rinunciammo e sconfortate andammo a dormire, consapevoli del fatto che il giorno dopo sarebbe davvero iniziata la nostra nuova vita.
La mattina seguente ci preparammo e andammo ad assistere alla nostra prima lezione di filosofia.
– Che pizza, mi sto annoiando a morte e non ce la faccio più a prendere appunti- si lamentò dopo neanche mezz’ora di lezione Kylie
– Dovremmo abituarci, d’ora in poi sarà sempre così, le dissi.
Dopo un’intensa mattinata di studio, arrivò l’ora di pranzo.
– Finalmente ho una fame da lupi! esclamò entusiasta Ashley. Ci sedemmo ad un tavolo sulla terrazza, vista mare.
– In fondo qui non è così male, dissi addentando il mio panino.
– Ragazze, è una mia impressione o quello è Jason? chiese d’un tratto Emily, facendoci segno di guardare in direzione di un ragazzo dagli occhi verdi ed i capelli scuri seduto insieme ad un gruppo di altri ragazzi.
– Ora che me lo fai notare sì, affermò Kylie.
– Ma come? Lo avevamo arrestato dopo che aveva cercato di disegnare dei graffiti sulla Casa Bianca! disse incredula Ashley.
– Vi conviene guardare anche quei due, disse ancora l’agente E, indicando altri due ragazzi dello stesso gruppetto, entrambi biondi, ma uno con gli occhi scuri e l’altro con gli occhi chiari.
– Oh Dio, ma sono Thomas e Zack, continuò stupita Kylie, la mia attenzione passò dai quei tre ad un altro ragazzo, appoggiato al muro, alto, capelli neri e occhi color ghiaccio, un sorriso beffardo e uno sguardo se pur cupo attraente.
– Andrew! Sussurrai, continuando a guardarlo, mentre le ragazze smisero di farfugliare e mi guardarono per poi spostare lo sguardo sul mio stesso obbiettivo.
– Ma cosa ci fanno quei quattro qui? esclamò con un tono un po’ preoccupato Ashley.
– Non lo so, ma giuro che andrò a fondo di questa storia, conclusi alzandomi dal tavolo e dirigendomi verso il nostro dormitorio, seguita dalle altre che curiose mi seguirono.
– Cosa hai intenzione di fare? mi chiese Emily.
– Non ricordate? Sarah ci aveva detto che se in caso di emergenza l’orologio non si fosse attivato, bastava smontarlo e all’interno avremmo trovato una USB che conteneva alcuni suoi dati personali come il suo numero di cellulare. rispondi, togliendomi l’orologio e cercando di smontarlo –Fatto! – esclamai dopo pochi secondi tirando fuori la mini chiavetta.
– Ash, tieni, inseriscila nel computer, le dissi porgendogliela. Dopo qualche minuto Ashley ci informò di aver trovato un numero di cellulare del nostro ex capo, lo digitai sul mio e lo feci squillare.
– Coraggio rispondi, disse Kylie.
-Pronto? rispose una voce dopo tre squilli.
– Sarah?! esclamammo in coro, Chi parla? chiese lei dall’altro capo del cellulare.
– Sarah, siamo noi le risposi.
– Oh ragazze, tutto bene, come vi trovate al college? chiese ancora la donna.
– Non è questo il momento di parlare del college, vogliamo spiegazioni, le dissi seria.
– Scusate ragazze, ma non ho tempo, mi spiace, ma non posso parlare con voi, quindi vi chiedo di non chiamarmi più, concluse chiudendo la chiamata, prima che potessi replicare.
Dopo circa due ore di macchina arrivammo finalmente a destinazione, San Diego; ora dovevamo solo trovare la casa di Sarah. Avevamo speso tutto il pomeriggio per cercare il suo indirizzo e dopo ore al computer Ashley l’aveva trovato. Una volta davanti all’abitazione della donna gentile, dolce, ma allo stesso tempo autoritaria, che per quattro anni non era stata solo un capo per noi, ma una sorella, una madre, un’amica; suonammo il campanello senza esitare, lei venne subito ad aprire e rimase scioccata nel vederci.
– Ragazze, cosa ci fate qui? chiese .
– Ti avevo detto che ci dovevi delle spiegazioni e visto che non hai voluto darcele per telefono abbiamo cercato il tuo indirizzo, le risposi.
– Dopo quattro anni che lavoriamo insieme, dovresti saperlo che siamo delle teste calde e che non ci arrendiamo facilmente continuai con tono di sfida.
– Già, soprattutto tu Scarlett…beh entrate, disse ormai arresa.
– Allora cosa volete sapere? disse poggiando il vassoio con cinque tazze di tè, sul tavolino attorno al divano del suo soggiorno.
– Perché Jason, Thomas, Zack ed Andrew sono in libertà, e perché sono nel nostro stesso college? disse Kylie tutto d’un fiato.
– Ragazze, loro sono stati liberati, non hanno commesso gravi crimini e comunque il loro anno in carcere lo hanno già scontato, spiegò lei con calma.
– In effetti non ha tutti i torti, disse Emily pensando a quello che la donna mora ci aveva appena detto, Ashley e Kylie annuirono.
– Ma non ha senso, per quanto non siano riusciti nei loro piani sono comunque dei ragazzi folli, affermai alzando il tono di voce.
– Ascolta Scarlett, a te non importa il fatto che loro siano usciti di prigione, tu non sopporti di dover vedere Andrew nel tuo stesso campus, nella tua stessa classe e nella tua vita, per quello che c’è stato tra voi prima che voi lo arrestaste, continuò Sarah, per un attimo il mio cuore si fermò, era vero, non sopportavo l’idea di dover vedere quel ragazzo tutti i giorni… -Tu non sei come le altre rossa, sei diversa, per questo mi piaci, quando sono con te non penso a nulla se non ai tuoi profondi e brillanti occhi verdi e al tuo sorriso- mi disse ghignando Mr. Occhi di ghiaccio, chiamo così Andrew, il ragazzo che per quanto testardo e scorbutico, è riuscito a farmi battere il cuore, rivelando un lato dolce e comprensivo…-Non posso crederci- sussurrai con le lacrime agli occhi vedendo quel ragazzo che con poco mi aveva fatta sentire speciale stare con un’altra e per giunta è un folle che devo arrestare, -Pensavi davvero di essere importante per me, sei stata solo un’illusa mia cara spia- mi disse ridacchiando, per poi rivolgersi alla ragazza accanto a lui –Vieni Michelle, andiamo, tanto non riuscirà a catturarci- a sentire quelle parole, misi da parte i miei sentimenti e senza molta fatica catturai lui e la sua ragazza, quel giorno promisi a me stessa di non innamorarmi mai più…
– Andiamo, dissi scacciando dai miei pensieri via quel brutto ricordo di un anno fa, mentre le ragazze salutavano Sarah, io uscii da casa sua e entrai in macchina. Per tutto il viaggio di ritorno nessuno proferì parola fino a che non arrivammo in stanza.
– Sky, non pensarci, è normale che ti dia fastidio, è stato davvero meschino quello che ti ha fatto Andrew e… non lasciai finire Ashley di parlare.
– E’ tardi, ho sonno, non voglio parlare di questo, meglio se andiamo a dormire, domani dobbiamo alzarci alle 7:00, conclusi prima di mettermi sotto le coperte e cercare di dormire.
È già passato un mese da quando siamo arrivate qui al campus, ormai ci siamo riabituate alla vecchia routine scolastica, le ragazze si sono avvicinate Jason, Thomas e Zack, e ovviamente anche al loro gruppetto, di cui fa parte anche Andrew il quale, da quanto dicono i suoi amici, è cambiato molto durante la permanenza in prigione, come gli altri tre del resto, ma io non riesco a fidarmi né di lui né del suo gruppo, a differenza di Kylie ed Emily, soprattutto quest’ultima, loro sono molto in sintonia con Jason e Thomas, stanno quasi sempre con loro ed io cerco di passare più tempo possibile con Ashley, anche se credo che stia per aggiungersi alle altre insieme a Zack.
Sono in giro per il campus con lo skate, da qualche settimana è questa la mia routine pomeridiana, le mie amiche sono passate dal “stiamo cercando di conoscere il più possibile i ragazzi” al “li stiamo frequentando” anzi Emily si è proprio messa insieme a Thomas, e pure sembrava che non lo sopportasse. Tra un pensiero ed un altro iniziai a saltare qua e là con lo skate.
– Bel salto- si complimentò una voce fin troppo familiare, mi voltai e infatti trovai due occhi di ghiaccio che mi guardavano.
– Cosa vuoi? chiesi scocciata.
– Calmati Rossa, ti ho solo fatto un complimento, disse avvicinandosi, lo ignorai e continuai la strada a piedi.
– Non è educato andare via mentre le persone ti stanno parlando! continuò lui afferrandomi il polso, mi scansai dalla sua presa.
– Lasciami stare! gli risposi freddamente.
– Mi spieghi perché ce l’hai così tanto con me? disse con aria innocente.
– Spero tu stia scherzando! Lo sai benissimo il perché, iniziai ad innervosirmi.
– Oh, per Michelle, scusa, dai tutti facciamo degli errori, ora voglio rimediare, rivoglio il rapporto che avevamo prima, disse sorridendomi e con lo sguardo fisso su di me, quello sguardo che avevo così tanto odiato, ma che riusciva ancora a colpirmi l’anima.
– Tra di noi non c’è mai stato niente, dissi abbassando lo sguardo, mi voltai e quei ricordi iniziarono a riaffiorare nella mia mente, mi facevano male, troppo male.
– Come puoi dirlo, tra noi c’è stato tanto, ed è stato bellissimo, ma ho rovinato tutto e ne sono consapevole, ma voglio rimediare, sono cambiato e voglio dimostrartelo, ma tu devi darmi un’ altra opportunità; so che per te è difficile, ma fidati di me, ne ho bisogno. Non sapevo cosa dire, da una parte volevo abbracciarlo e dargli una seconda chance, ma dall’altra la paura di soffrire nuovamente mi bloccava, non sapevo cosa dire.
– Andrew, i-io… le lacrime iniziarono ascendere giù dalle mie guance, non riuscivo a fermarle, volevo scappare, correre in camera mia e buttarmi sul letto a piangere, ad un tratto sentii una mano calda che mi afferrava il viso.
– Non piangere Sky, ti prego, disse asciugandomi le lacrime, poi mi abbracciò.
– Non riesco a fidarmi di te, dissi tra i singhiozzi.
– Lo so, ma provaci, ti dimostrerò che sono cambiato e che ci tengo davvero a te, disse stringendomi ancora di più a se.
Sono ormai passati mesi dalla chiusura dell’A.S.L.A. e ci siamo ormai adattate ad una nuova vita da studentesse del college e tra meno di un mese ci diplomeremo, ci siamo ripromesse che una volta uscite dal college non ci saremmo perse di vista, e che nonostante non lavorassimo più per un’agenzia di spionaggio abbiamo deciso di continuare a sconfiggere i criminali di Los Angeles, in qualche modo.
Kylie ed Emily sono ufficialmente fidanzate con Jason e Thomas, mentre Ashley e Zack non stanno ancora del tutto insieme. Riguardo Andrew, ho deciso di dargli un’altra chance, ovviamente l’ultima, sta cercando in tutti i modi di dimostrarmi di tenerci a me. Abbiamo perso i contatti con Sarah, ha cambiato città e numero di cellulare e non siamo più riuscite a rintracciarla, ma in un modo o nell’altro sono sicura che ci rincontreremo.
V. R. 1A