Non pensare mai al futuro: presto arriverà

Unknown

Lavoro, università, tasse, litigi con amici e famigliari, interrogazioni, sono tante le attività che impegnano l’uomo, sottraendogli sempre più tempo senza fargli vivere la propria vita appieno. Seneca definisce questi uomini occupati, poiché vivendo in balia di innumerevoli impegni, non riescono a fermarsi per pensare a se stessi. Perciò la loro vita è un’ossessiva attesa di un avvenire carico di nuove preoccupazioni, che il presente risulta brevissimo e inafferrabile in quanto è sempre di corsa. Infatti per ogni angoscia l’uomo si affligge consolandosi con il domani e pensando che il meglio deve ancora venire, come canta Luciano Ligabue.

Invece occorre cercare la felicità nell’attimo che fugge piuttosto che attenderla in futuro, e quindi vivere con intensità istante per istante per quanto bello o brutto sia. Questo è ciò che sostiene anche Orazio (Carm 1,11) «Quanto è meglio sopportare ciò che verrà! Sia che Giove ci abbia riservato più inverni, sia che ci abbia dato come ultimo questo…, sii saggia, filtra i vini, e in breve tempo tronca una lunga speranza. Mentre stiamo qui a parlare, il tempo odioso fugge: cogli l’attimo, e affidati meno che puoi al domani». Questo irremovibile scorrere del tempo deve conferire più valore alle cose, godere delle piccole gioie che purtroppo passano e vengono distrutte dal medesimo, e soprattutto deve far comprendere quanto realmente sia breve la vita. A riguardo Catullo nel Carme V paragona la vita dell’uomo ad un giorno, che può nascere e tramontare e a quel punto, una volta che si sarà spenta la sua breve luce, dormirà di un’eterna notte, intesa come morte. Per questo motivo con gli stessi versi invita Lesbia, la donna tanto amata, ad abbandonarsi al sentimento dell’amore e a viverlo intensamente, scrivendo « Dammi mille baci, e poi cento…» . Infatti molti autori classici e anche rinascimentali come Mimnermo, Tasso, Lorenzo De’ Medici, Seneca, ritenevano che la gioia dell’uomo stesse nell’amore fisico e nella giovinezza spensierata; primo tra tutti Mimnermo affermava che quando il suo tempo è dileguato, è meglio la morte che la vita, poiché successivamente giunge la vecchiaia piena di sofferenze. Al contrario Lorenzo Il Magnifico scriveva «Quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia; chi vuol esser lieto, sia, di doman non v’è certezza». Seneca invece pensa che siano proprio gli uomini a rendere cosi fugace la vita, perché appunto non sanno ben impiegarla, ma se facessero il resoconto del proprio passato si ritroverebbero con molti anni in meno, poiché sono stati derubati da cose effimere, come il denaro. In conclusione a riguardo si potrebbe citare una frase di Albert Einstein, «Non penso mai al futuro, arriva così presto» con cui invita quindi l’uomo a godersi fino in fondo il suo presente.

Elena Mazzurco Masi IV A

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