E’ meno bella la rosa se dura un giorno?

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Non possiamo non godere della meravigliosa bellezza della natura, delle creazioni dell’uomo, solo perché ci facciamo influenzare dal pensiero ossessivo che tutto è destinato a svanire, a frantumarsi nel nulla. Avvertiamo l’esigenza di eternità, per dare valore alla realtà, alle cose che ci circondano e anche alla nostra vita.
Se ci facessimo sopraffare da tale esigenza, finiremmo a non godere di niente; invece, dovrebbe essere proprio la percezione di caducità che c’è in ogni cosa, ad aumentare il valore di tutto, fino a portarci ad apprezzare ciò che è, nell’attimo in cui si manifesta. Apprezzare incondizionatamente e cogliere ciò che di bello la vita e la natura generalmente suscitano in noi. Non può il senso di caducità, che pervade l’Universo, limitare il nostro rapporto con esso. Il poeta Orazio esorta a vivere, a sfruttare al massimo ogni momento della vita che abbiamo tra le mani. Non dobbiamo rimandare niente e affidare il meno possibile al domani cogliendo sempre l’attimo così, come ci si presenta.

L’uomo, pur essendo consapevole di questa caducità, deve continuare a vivere, a reagire e spesso anche a combattere quotidianamente contro tutto quello che la vita gli pone davanti. Dovremmo renderci conto della vita proprio mentre la viviamo, senza lasciarcela passare davanti e trattarla da emerita sconosciuta. Purtroppo, gli uomini si rendono conto della vita solo quando si trovano a dover fare i conti con il suo opposto, cioè la morte.
Quant’è bella giovinezza…scriveva il poeta e mecenate Lorenzo de’ Medici; giovinezza che sembra rappresentare il periodo più breve della nostra vita e, che pertanto deve essere vissuto pienamente. Molte poesie di autori notevoli ci incitano a lasciarci andare, senza rimandare mai ad un altro momento perché potrebbe essere troppo tardi o forse l’ultimo di cui godiamo. La vita, che dobbiamo cercare di vivere, deve essere scevra da qualsiasi condizionamento che ci possa tenere legati al passato o al futuro. I condizionamenti, soprattutto quelli legati al futuro spesso ci paralizzano. Tale considerazione nasce, soprattutto, dalla condizione in cui vive il giovane di oggi, o meglio, è quasi costretto a vivere. La precarietà economica, l’incertezza del futuro, che oggi impregna particolarmente il nostro sistema sociale potrebbe essere, anzi è, uno di quei condizionamenti che influenzano la vita dei giovani, i quali spesso vengono bloccati da questo pensiero, da questa incertezza, fino a non sentirsi liberi di vivere spensieratamente la gioventù che gli passa davanti…e gli fa l’occhiolino a volte esagerando e travisando il senso del cogli l’attimo.
E’ la speranza invece, che deve aiutarci a superare il senso di caducità della vita, la stessa speranza, che porta a lottare, giorno dopo giorno, chi è in difficoltà ed è felice di avere a disposizione un altro giorno ancora. Certamente ci si accosta al tema della caducità della vita, anche in base al grado di fede che ciascun uomo ha nell’affrontare tale argomento. Dante, da cattolico convinto pensa che, per far fronte alla precarietà della vita, potremmo trovare consolazione nel premio del Regno dei Cieli. Basterebbe comportarsi bene nella vita terrena, per affrontare serenamente la morte e quindi il pensiero assillante della caducità della vita. Giacomo Leopardi, ateo per antonomasia, presenta un uomo senza speranza che, abbandonato dalla malvagia Natura deve riuscire a cavarsela da solo, uomo che si sente perennemente precario, senza speranza, tanto da non riuscire mai a cogliere l’attimo. (Dialogo della Natura e di un Islandese). Approfondendo il pensiero di alcuni poeti sul tema della caducità della vita ci si può imbattere tra le righe di una poesia di Ungaretti: Veglia. Il nostro poeta, nonostante si trovasse nella triste situazione della trincea, non ha ceduto, anche con la morte accanto, viveva quel giorno intensamente…così, come gli si presentava. Si deve afferrarlo e coglierlo come un invito al genere umano, un invito che ci dice di vivere e di godere di tutte le cose positive e belle nel momento in cui si presentano, anche delle piccole cose, che pervadono la nostra vita senza le quali ci sentiremmo persi.
Godere della giovinezza e della bellezza che essa porta con sé, perché in effetti il tempo trasforma tutto: la rosa, gli esseri umani, la bellezza … ma ciò che conta, è imparare a vivere, senza rimandare niente a dopo, perché il dopo potrebbe non arrivare mai o potrebbe essere peggio del presente.

Cristiano Saitta IV A

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