L’ EPICA MEDIEVALE NELLA TRADIZIONE DEI PUPI SICILIANI

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L’epica medievale è l’insieme dei racconti, in prosa o versi che hanno come protagonisti i cavalieri. Il ciclo cosiddetto “carolingio” fa parte, come il ciclo bretone, di carattere epico-cavalleresco, che si sviluppò immediatamente dopo l’anno Mille e che celebrava nelle sue composizioni in versi i valori più alti della società aristocratica. Al ciclo carolingio appartengono le canzoni di gesta (chansons de geste), che esaltano le imprese straordinarie dell’imperatore Carlo Magno (742-814) e dei paladini di Francia, cioè tutti i nobili della sua corte, primo tra tutti Orlando (nipote di Carlo),che combattono per alti ideali, come la fede religiosa, la patria, il sovrano, l’onore.

La letteratura medievale si svilupperà nel corso dei secoli anche in Sicilia grazie a delle rappresentazioni sia teatrali che all’aperto ad opera dei giullari. In questo contesto si sviluppa in Sicilia la tradizione popolare dei pupi siciliani. Quest’ultima è una particolare forma di teatro che vede protagonisti dei burattini vestiti e con atteggiamenti tipici di persone normali. Coloro che curavano le rappresentazioni teatrali erano definiti ‘pupari’ che curavano lo spettacolo e le sceneggiature. I pupari, pur essendo molto spesso analfabeti, conoscevano a memoria opere come la Chanson de Roland, la Gerusalemme liberata e l’Orlando furioso. Ogni puparo rappresentava tipicamente un preciso paladino, caratterizzato per la corazza ed il mantello e gli spettatori usavano parteggiare per uno o per l’altro. L’epica cavalleresca si ricollega alla tradizione popolare dei pupi siciliani perché le opere dei pupi vedevano protagonisti Carlo Magno e i suoi fedeli paladini. I principali personaggi erano Carlo Magno e i due paladini più famosi e più amati: Orlando e Rinaldo.

VALENTINA SCHILIRO’ 3°A

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