IL DONO

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Ti è ma capitato di ricevere qualcosa in dono senza aspettartelo? Ed è proprio vero che basta il pensiero! Il solo fatto che in maniera del tutto inaspettata qualcuno ci abbia pensato ci fa stare meglio a prescindere dal valore materiale di ciò che riceviamo. E invece come ti senti quando sei tu a voler fare un regalo a qualcuno? Donare è una parola carica di attesa e di speranza, ricca di bene e gioia. Ogni essere umano, bambino, adulto o anziano che sia, non può che provare lo stesso sentimento di fronte ad un regalo: sentirsi amato. Il dono impone la presenza di due identità in contatto, la necessità di stabilire un’empatia con i desideri e le aspettative dell’ altro, la volontà di dimostrare cura e attenzione verso l’altro. Come scrive Theodore Adorno, corrispondere un dono significa pensare l’altro come un soggetto, riconoscere il proprio compiacimento e la propria realizzazione solo nell’appagamento di un’altra personalità.

Il dono dalle origini della civiltà umana ha assunto una funzione sociale importantissima, che è quella di creare legami. Nella cultura occidentale e cattolica, esso è la base dei rapporti interpersonali, fondamento dei legami sociali, gerarchici e religiosi. Donare è un atto che coinvolge soprattutto chi lo compie, ancora prima di chi lo riceve. L’iconografia cristiana è segnata dalla rappresentazione simbolica dei doni, corrisposti nella maggioranza dei casi al Bambino Gesù e alla Madonna (ne è un esempio L’ adorazione dei magi del Parmigianino). Inoltre l’aspetto più gratificante e appagante del dono è il desiderio di dire a qualcuno che lo amiamo. Ogni madre sa quanto amore ci sia nella scelta di mettere al mondo un figlio e una famiglia, e questo dono primigenio è il nocciolo di ogni dono. Per prenderci cura di una persona, la quale consideriamo molto importante per la nostra vita, si può anche essere disposti a cedere una sposa, come ci ricorda l’episodio di Antioco e Stratonice narrato da Plutarco, ma il nostro dono deve essere fatto con amore e piacere. Per quanto riguarda l’ ambito della donazione degli organi ci permette di porre l’ accento su un altro grande potere del dono: la sua contagiosità. Come sostiene Mark Anspach ”Difficilmente si diventa una persona generosa da soli”, la generosità è una cosa che si impara. Il dono nella vita dell’ uomo ha un ruolo marginale, infatti nell’era del benessere i regali erano limitati a poche occasioni (compleanni, Natale, ricorrenze). Inoltre come espongono Marco Aime e Anna Cossetta nel volume Il dono al tempo di Internet, in rete oggi è possibile trovare qualsiasi prodotto in maniera molto semplice, veloce e, spesso, gratuita. Nei vari scambi via web, nessuno rinuncia ad un oggetto per farne dono ad un altro, il donatore non conosce, ridotto ad un unità nel conteggio delle visite e dei download. Le persone condividono sempre di più ma senza mai entrare davvero in contatto l’un con l’ altro. Quindi quella stessa rete che sembra poter dare ad ogni utente tutto ciò di cui esso ha bisogno, in verità gli nega la cosa più importante di cui ha davvero bisogno: la relazione profonda con altri esseri umani, la possibilità di conoscere se stessi attraverso l’ interrogazione e l’ ascolto dei propri simili.
Giorgia Russo III A

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