IL DONO

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Si sottovaluta, ai nostri giorni, l’atto di ricevere un dono, si pensa che sia scontato ricevere un regalo, ma dietro ogni dono ci sono varie motivazioni. Il dono può essere un segno di affettuosità, di generosità, di dolcezza e così via dicendo; ognuno di noi lo fa per vari motivi, alcuni per sentirsi bene con se stessi, altri per far felice la gente. Ovviamente il dono non è solo ricevere un regalo, quindi un bene materiale, ma è anche ricevere un abbraccio o anche, ad esempio, il mettere alla luce un bambino. A volte con determinati doni si fanno felici le persone, si rende migliore la vita di alcune persone. Molti poeti, scrittori, pittori hanno affrontato questo tema. Jacques-Louis David, nel suo dipinto, Antioco e Stratonice, raffigura la storia di Antioco che si innamora della matrigna ed il padre decise di cedergliela in sposa;

questo gesto può essere inteso perfettamente come un dono, un regalo che rende felice un’altra persona, un gesto di generosità da parte del padre verso il figlio. Nella tela di Parmigianino, Adorazione dei Magi, è raffigurata la scena di Maria che tiene in braccio Gesù che, situato al centro, si appoggia ad una delle ampolle portate dai Magi che si trovano sulla destra; tutto ciò si svolge sotto la capanna in rovina; il gesto che fanno i Magi è un’azione di generosità, di affettuosità, di adorazione verso Gesù. «La Rete di certo promuove la diffusione di una nuova cultura del dono, dello scambio reciproco. Possiamo percorrere strade aperte, sconfinate, che offrono nuove possibilità di stabilire contatti e anche di dare vita a forme di aggregazione fondate sostanzialmente sul dono, ma che rimangono racchiuse in piccole nicchie, microcosmi con cui giocare o dove si può apprendere, nei quali ci si mostra, si costruiscono e si modificano identità, si condividono interessi, si elaborano linguaggi. Un dono costretto quindi dentro piccole mura fatte di specchi, trasparenti, che riflettono e amplificano la luce e i legami, ma che non sempre riescono a sopravvivere alle intemperie, agli improvvisi venti del mondo contemporaneo. E quando si spezzano, non si può fare altro che costruire qualcosa di simile, un po’ più in là. Una delle caratteristiche della Rete è quella di dare vita a comunità immaginate, che non sempre necessitano di relazioni tra gli individui», (Marco AIME e Anna COSSETTA, Il dono al tempo di Internet, Einaudi, Torino 2010). Da questa citazione si capisce che un regalo si può donare anche attraverso internet, ovviamente è un dono che ti fa vivere in una realtà virtuale e perciò non ti porta a concretizzare determinate cose; usando internet la persona crea un mondo adatto per se stessa, che il più delle volte dimentica di vivere la vita vera e propria e quindi dedica più tempo alla nuova vita virtuale, che la porta a vivere in un mondo tutto suo, dimenticando di vivere la vita sociale. «Difficilmente si diventa una persona generosa da soli: la generosità è una cosa che si impara. […] Quando un dono s’inserisce in una catena di reciprocità generalizzata, si lascia meno facilmente interpretare come un fenomeno puramente individualistico e interessato. Nel caso di una reciprocità diretta, invece, la tentazione è forte di assimilare lo scambio di doni a una variante dello scambio mercantile. […] È così che, in un mercoledì del mese di luglio 2007, Barbara Bunnell diventa la prima paziente nella storia a ricevere un rene all’interno di una catena di reciprocità generalizzata. Dopo che il primo donatore regala il suo rene a Barb, Ron Bunnell, il marito di Barb, darà un suo rene ad Angela Heckman; poi la madre di Angela darà un suo rene a qualcun altro ancora, e così via, in una catena continua che aiuterà altre sette persone. All’inizio di questa catena c’è un giovane uomo, Matt Jones, che accetta di donare un rene senza perché; cioè non per salvare dalla dialisi una persona cara, ma solo per la gioia di aiutare sconosciuti». Mark ANSPACH, Cosa significa ricambiare? Dono e reciprocità, in AA.VV., Cosa significa donare?, Guida, Napoli 2011. Albert Einstein sosteneva che «il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere». Madre Teresa di Calcutta disse che «non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare». Il poeta, pittore e filosofo libanese Khalil Gibran afferma che «la generosità significa dare più di quello che puoi, e l’orgoglio sta nel prendere meno di ciò di cui hai bisogno». Queste sono tutte citazioni che, in poche parole, ci spiegano che quando si dona, bisogna farlo con motivazioni, nel senso che dietro il dono deve esserci amore, generosità, cioè che quel dono non nasce dal nulla, deve essere spiegato; oggi noi non facciamo così, regaliamo di tutto e di più senza un motivo, quando il dono, invece, nasce da determinati sentimenti, situazioni. Il tipo di dono a volte rende felici le persone, un esempio banale è quello di dare qualcosa da mangiare alle famiglie povere. Un altro esempio è il gesto dell’abbraccio, per alcuni è un gesto banale, ma non lo è assolutamente; l’abbraccio aiuta molto, ti fa sorridere, ti fa stare bene, ti fa vedere le cose in un altro modo, insomma è un gesto che aiuta molto le persone, in determinate situazioni. Come conclusione, ci sono vari tipi di dono, grazie ad essi è possibile migliorare la vita delle persone e molto probabilmente, dopo aver donato, il benefattore si sente soddisfatto, quindi contemporaneamente si rendono felici due persone.

Francesca Ponzo III A

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