Il coraggio di donare

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Il dono è ciò che si riceve senza niente in cambio. Il donare è uno scambio gratuito; spesso chi dona è coraggioso, specialmente se ciò che si dona non si può comprare con il denaro, ma è un dono che richiede tempo, impiego di energia, amore. Il concetto di dono acquista molta importanza nella società moderna, a partire dalla famiglia, nel rapporto che c’è tra genitori e figli, e non andiamo lontani, nel mondo del volontariato, improntato tutto sulla logica del dono; attraverso esso anche il disinteresse dello Stato per i più deboli potrebbe essere superato, si comincerebbe ad uscire fuori dalla sfera utilitaristica in cui siamo immersi. Donare è tenere conto dell’altro; è per questo motivo che attraverso esso si crea un legame empatico con l’altro, quando si dona si tiene conto del compiacimento del benessere che l’altro riceve.

Nella Religione il termine ha acquistato un valore importantissimo e non si può eludere dal più grande dono di Dio che è la Grazia, resa reale con la venuta di Gesù sulla terra. I doni dei Re Magi non fanno altro che rappresentare il ringraziamento dell’umanità nei riguardi di Dio. Un’alleanza tra Dio e l’uomo nel dono di Gesù. L’arte stessa è piena di momenti che raffigurano la presenza dei Re Magi davanti a Gesù, con i loro doni, che esprimono felicità e accettazione. Restando nel tema dell’arte, non possiamo mettere da parte molte rappresentazioni famose, che mettono in evidenza altri tipi di dono, intesi soprattutto come scambio, molto lontani dalla precedente idea di dono, poiché entriamo nel campo del dono d’interesse, utilizzato per saldare alleanze di tipo politico. L’idea del dono che più si avvicina all’uomo e all’umanità in genere è quella espressa dal sociologo francese Marcel Mass che analizza il dono come un vero e proprio fenomeno sociale e anche culturale, che ha origini già con le società primitive. In qualsiasi manifestazione, il dono rappresenta sempre un momento particolare e unico quello in cui si evince palesemente l’importanza di un legame, qualcuno che dimostra ad un altro tale legame. Non ha importanza il motivo del dono, se fatto per amicizia, amore o altro motivo, ma come sfondo c’è sempre la reciprocità, uno scambio che nella maggior parte dei casi dimostra riconoscenza. Sicuramente però il dono migliore, quello per eccellenza è il dono disinteressato, gratuito, come quello di Dio per gli uomini, nella religione Cristiana, e quello della Misericordia nel Giubileo di Papa Francesco. Dal momento che, anche quello del perdono, dell’amore gratuito e misericordioso è un Dono. Dono d’amore è quello per cui siamo in vita milioni di esseri che gratuitamente abbiamo ricevuto il dono della vita. Dono è dare se stessi per gli altri, spendere i propri ideali, le proprie forze per il bene altrui, e la storia è ricca di questi esempi. Sarebbe opportuno non parlare dei doni materiali che, spesso, pur creando relazioni interpersonali, poco gratificano. Il vero dono non ha volume, ma ci avvolge totalmente sia che lo riceviamo sia che siamo in grado di donarlo. Bello il romanzo di Grazia Deledda Dono di Natale in cui il dono più bello, più atteso è in realtà una nuova vita! Meraviglioso l’uomo che si spende per essa, per difenderla da ogni sofferenza e umiliazione. Oggi è anche cambiata l’idea di dono, non si può non parlare di dono al tempo di Internet, attraverso cui si entra in una vita di scambi, di modi diversi per creare relazioni, anche il mettere le proprie conoscenze in rete, può essere un dono. Enzo Bianchi vede nella reciprocità del dono la base della vita comune. Purtroppo oggi il dono crea anche disequilibrio, cioè attraverso esso si spezza quell’equilibrio dei rapporti sociali che invece dovrebbe innescarsi; in questo caso il dono, quando non è ricambiato, crea disequilibrio. Il vero significato di dono e quindi un sano ripristino del suo valore si avrà quando si intenderà dono uguale dare e allora diventerà simbolo di reciprocità, amicizia. Si deve schiudere il nostro io per aprirsi all’altro fino a farci capire chi sia e cosa si può essere insieme, senza egoismo.
Cristiano Saitta III A

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