EPICA MEDIEVALE NELLA TRADIZIONE DEI PUPI SICILIANI

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L’ Opera dei Pupi è un particolare tipo di teatro delle marionette che si affermò nell’Italia meridionale e soprattutto in Sicilia tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. I pupi siciliani si distinguono dalle altre marionette specialmente per la loro peculiare meccanica di manovra e per il repertorio, costituito quasi per intero da narrazioni cavalleresche derivate in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio. Anche se attualmente tale espressione artistica ha perso la popolarità di un tempo a causa della concorrenza di altre forme culturali d’intrattenimento come il cinema e la televisione, evento che ha portato i Pupari a chiudere alcuni teatri, e nonostante le critiche di alcuni dotti che l’hanno giudicata una forma d’arte adatta semplicemente ad un pubblico poco istruito, ancor oggi essa è un simbolo isolano ed attira tutti coloro che vogliono immergersi nel folclore siciliano ed è anche un degno argomento per la realizzazione di mostre. L’opera dei pupi siciliani segue o il racconto orale, che i cantastorie recitavano nelle piazze, o quella gestuale della danza con le spade, antica rappresentazione di combattimento, che si rifaceva ai riti di fertilità.

Il racconto orale delle piazze si trasferisce in teatro, prende corpo attraverso i pupi. Il cuntista, ovvero il narratore professionista del ciclo carolingio e di storie epico-cavalleresche, è stato probabilmente il mezzo principale attraverso cui l’opera dei pupi ha derivato i soggetti da rappresentare nella sua forma ciclica. Tra le principali tematiche trattate occorre ricordare che quella prevalente è la trattazione di soggetti cavallereschi. Le fonti principali per questo tema sono le Chansons de Geste ed il romanzo arturiano. Dalle Chansons de Geste deriva il Ciclo Caroligio che abbraccia un periodo storico che va dalla morte di Pipino il Breve a quella dell’Imperatore Carlo Magno. Sempre parlando delle varie tematiche trattate nell’Opera dei Pupi, la rappresentazione consta anche di altri elementi importanti, a partire dalla messa in scena di alcuni eventi importanti come il tradimento, i rapporti tra re e Vassalli e le varie contrapposizioni tra il bene e male come l’opposizione lealtà-slealtà, il rispetto o meno delle regole sociali ed anche di alcune tematiche importanti come quelle riguardanti la sfera politica, quella amorosa, quella familiare e quella sovrannaturale. Il Pupo trovò nell’isola terreno fertile grazie a delle celebri dinastie di Pupari. Il Puparo è l’artista-artigiano vero fulcro dell’Opera dei Pupi. Alle sue dipendenze lavorano almeno due aiutanti-apprendisti e richiede la collaborazione del fabbro-ferraio (per la realizzazione delle armature dei pupi), del pittore (per la realizzazione dell’indispensabile cartellone suddiviso in riquadri ed avente lo scopo di rappresentare gli avvenimenti principali dello spettacolo; il lavoro del pittore, inoltre, è indispensabile per decorare il teatro) e dello scrittore di dispense (dal suo lavoro il puparo trarrà i suoi copioni). A Palermo si ha il maggior numero di Pupi e Pupari, ma Catania conta una maggiore “anzianità” e fantasia per quanto riguarda i teatrini.
Luciana Avellina III A

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