C’era un tempo in cui, nell’antica Mesopotamia, i grandi re perseguivano il mito dell’immortalità. Dai Sumeri ai Gutei, dagli Amorrei ai Babilonesi, dai Cassiti agli Assiri e ai Persiani, il desiderio di vita eterna si è manifestato nelle pratiche religiose, con la credenza che l’anima dei defunti si trasferisse in un corpo mutato rispetto a quello originario: la prosecuzione della vita terrena.
Se le antiche civiltà credevano nell’immortalità religiosa, oggi, nell’odierna Kansas City, l’illustre e geniale Dott. Dexter Smith auspica il raggiungimento di una immortalità diversa, che consenta di trasferire la mente di un corpo umano in un organismo potente, indistruttibile, che non può essere segnato dal dolore fisico; in altre parole tenta di raggiungere l’immortalità artificiale, creando esseri meccanici capaci di sentimenti, emozioni e pensiero e rendendoli indistinguibili da un comune mortale. Continua…