Racconti d’estate

Immortalità artificiale

ambra
C’era un tempo in cui, nell’antica Mesopotamia, i grandi re perseguivano il mito dell’immortalità. Dai Sumeri ai Gutei, dagli Amorrei ai Babilonesi, dai Cassiti agli Assiri e ai Persiani, il desiderio di vita eterna si è manifestato nelle pratiche religiose, con la credenza che l’anima dei defunti si trasferisse in un corpo mutato rispetto a quello originario: la prosecuzione della vita terrena.

Se le antiche civiltà credevano nell’immortalità religiosa, oggi, nell’odierna Kansas City, l’illustre e geniale Dott. Dexter Smith auspica il raggiungimento di una immortalità diversa, che consenta di trasferire la mente di un corpo umano in un organismo potente, indistruttibile, che non può essere segnato dal dolore fisico; in altre parole tenta di raggiungere l’immortalità artificiale, creando esseri meccanici capaci di sentimenti, emozioni e pensiero e  rendendoli indistinguibili da un comune mortale. Continua…

Il coraggio di cambiare

ginevra

…E se ci penso, è così buffo, o forse, più che buffo strano, direi anche pazzesco, essere qui e adesso.
(Diario di bordo. Estate 1922)
E se il buongiorno si vede dal mattino, così era cominciata la mia giornata…così era cominciata la mia nuova vita. Avevo lasciato tutto, ogni cosa, e mi ritrovavo con quattro stracci e un paio di monete, non avevo bisogno di nient’altro, ma pensandoci bene, io non avevo nient’altro, da portare con me. Posso dire di aver fatto la cosa migliore, intraprendendo da solo questo viaggio, affascinante e terribile. Vengo dall’Italia, un paese appena distrutto dalla guerra, ma vi giuro, che una tristezza così non l’avevo mai vista negli occhi di nessuno. Persone in preda alla disperazione, abbandonate, che andavano affannosamente alla ricerca di qualcosa, non si sa bene cosa. Continua…

Ombre di paura

salvatore sangani

 

La giornata non era mai stata cosi tranquilla , breve e priva di qualunque problema. Questo pensava l’uomo addetto alla sicurezza della villa la cui proprietaria era un’anziana signora,  molto ricca tanto da avere al suo servizio molti servi e guardie.  Quest’ultime erano sempre a guardia del cancello poiché la padrona era parecchio paranoica e  amava la sicurezza della sua casa;  ogni giorno stabiliva i turni di guardia in modo da rendere più agevole il lavoro dei custodi ed evitare i litigi; ciò che ella pretendeva dai suoi uomini era giustificato dalla sua stessa ricchezza. Continua…

Morire d’amore

cristiano saitta

 

Era inverno, nella città di Venezia regnava il silenzio, i canali e le    piazze nei cupi pomeriggi  di gennaio  erano quasi  deserti  e lì, in  mezzo a quel silenzio, in un  vicolo, sopra un ponte si trovava un  vecchio che  affacciato al parapetto guardava  l’acqua torbida del  canale e con un’aria malinconica ripeteva : «Sono stato io». Le  poche persone che passavano si chiedevano se quel vecchio fosse  matto, ma un’anziana signora  si fermò e riconobbe in lui il conte  Augusto Pietrafitta. L’uomo era famoso alla cronaca locale di alcuni  anni prima;  proveniva da una nobile famiglia, ormai decaduta,  abitava in un palazzo, nei presso del Canal Grande, dove  era stata  assassinata una  giovane cameriera e lui era stato accusato del  macabro omicidio. Continua…

Contratto col demonio.

romolo cannata

Soffriva come un cane, lì in mezzo alle fiamme dell’inferno,  sbranato da belve feroci, lui, uomo religioso, giudizioso, di  buon animo. Come avrebbe mai potuto pensare di fare quella  fine?  proprio lui? Donald? Non avrebbe mai creduto di  passare l’eternità in quel modo orribile. Almeno fino al suo  ultimo giorno.  Qualora se ne fosse accorto quella sera stessa,  se non avesse firmato a questo punto sarebbe a casa sua, a  bere la sua buona cioccolata calda, con il suo fedele bracchetto appisolato sulle sue gambe, o magari in paradiso. Continua…

Sogno di un campione

Ruud Gullit of AC Milan in action with the ball during a Serie A match against Napoli on 1st May 1988 at the San Paolo Stadium in Naples, Italy.(Photo by David Cannon/Getty Images)
Ruud Gullit of AC Milan in action with the ball during a Serie A match against Napoli on 1st May 1988 at the San Paolo Stadium in Naples, Italy.(Photo by David Cannon/Getty Images)

Protagonisti: Alexander (padre),  Isabel (madre), Brian (figlio)

 

Tempo: 1989-2010 ( nel racconto le  date verranno raramente  specificate)

Luoghi: America, Giappone, Italia.

Antefatti. Una famiglia americana,  che da anni vive di disagi economici , è costretta a lasciare la propria  terra per cercare di vivere come fa  una qualsiasi famiglia che dà per  scontato il fattore vita. Trasferitasi  in Giappone, ognuno cerca di  aiutare l’altro: Alexander, nelle vesti  del padre, trova lavoro presso un’  officina di meccanica; Isabel, la  madre, riesce, casualmente, ad  intraprendere la professione di  insegnante; Brian è un ragazzo di 10  anni, che in poco tempo si  innamora di una suggestione  importante: giocare con la maglia  rossonera numero 10 nel prato di  San Siro, sotto le urla di quelle persone che gridano il suo nome. Una vita così travagliata non lo permette, ma la forza di puntare all’obbiettivo, lo spinge a realizzare il suo sogno più grande. …Continua

L’ARTE APRE IL CUORE DEGLI UOMINI. LA RICCHEZZA E’IL SORRISO CHE DONI AL PROSSIMO

andrea pappalardo

Sulle colline innevate della campagna italiana, all’alba risuonava la  campana  che annunciava il trentuno dicembre.

Sin dal primo mattino, i comignoli delle case del villaggio avevano  cominciato a sciogliere la neve, mentre il fuoco dei caminetti   riscaldava allegramente la cena dell’ultimo dell’anno.

Lassù, nella casa più lontana e povera, nascosta dal grande ulivo,  ammantato di neve, c’era una famiglia per la quale quel giorno si era affacciato con un sorriso ancora più pieno di speranza: si attendeva infatti la nascita di due gemellini.

C’era freddo quel giorno, e dalla finestra rotta entravano gelidi spifferi e cristalli di neve soffiati dalla bufera. Il futuro padre, curvo davanti al camino spento e con la barba ruvida che scavava le rughe del suo viso, cercò il cappotto pieno di toppe nell’armadio, quando si ricordò di averlo appoggiato sul letto a coprire la moglie che batteva i denti, si strinse nelle maniche della vecchia camicia e uscì a cercare legna nel bosco. Era ancora fuori quando arrivò l’ora del parto e, forse per  pietà del cielo, all’improvviso un enorme stormo di colombe bianche cominciò a svolazzare sopra il tetto. Il cielo si aprì e un raggio di sole scese sino alla finestra a riscaldare il letto gelido, proprio mentre i due bambini vedevano la loro prima luce. Continua…

Urla nel silenzio della notte

sara scaglione Era davvero una  bellissima casa: tre  piani collegati da  scricchiolanti  scale, quadri molto  antichi ma  ugualmente  affascinanti,  stanze che  sarebbero state  ristrutturate e poi  una cucina… già la  cucina era una  delle stanze che  incuteva più  timore alla  famiglia  Watterson, forse  per l’atmosfera o  forse perché era la  stanza più antica  di tutta la casa. “La  prendiamo.  Sicuramente molte  cose dovranno cambiare ma non vi dovete preoccupare amori ci pensa la mamma e il papà. Vero amore? È molto antica ma questo non mi spaventa, questa casa deve essere assolutamente mia!” Così diceva Margherita, la madre dei due bambini Lisa e Matteo, la moglie del Signor George Watterson, imprenditore di origini americane, origini “raffinate”. Così, come si usa dire, in quattro e quattr’otto quella casa divenne dimora della famiglia Watterson Continua…