IL BULLISMO: UNA FORMA PRIMORDIALE DI POTERE


Oggigiorno non esiste più un luogo, dove non è presente la violenza, più gli uomini si evolvono e più diventano “spavaldi”, “arroganti” e “irrispettosi”. Al telegiornale ormai è diventato un cliché parlare della violenza in tutte le sue varie forme e quindi in scontri verbali, in risse e sfortunatamente anche in casi di omicidi. Ciò fa capire che la violenza sta sopraffando il mondo intero, si sta evolvendo in maniera smisurata a tal punto di avere risse nel bel mezzo di luoghi pubblici, come ad esempio è accaduto varie volte nelle scuole.Fa paura sentir parlare della violenza nelle scuole, ma è realtà e la realtà si affronta.
Un ragazzo down è stato vittima di maltrattamento in un’aula scolastica e addirittura è stato ripreso da un cellulare. Non c’era nessun presente? Certo che sì! Vi erano dei veri e propri spettatori che, invece di difenderlo, ammiravano e non muovevano nemmeno un dito. dall’articolo di Marina Corradi “Quella meschina prodezza esibita su Internet”- Avvenire.
Oltre alle risse, vi sono presenti altri episodi “amari”, ovvero gli atti di vandalismo contro le scuole. . Ciò è quanto dice Raffaello Masci nell’articolo di giornale “Nonnismo a scuola per 8 studenti su 10”- La Stampa.
Questi maltrattamenti, queste risse non sono altro che esempi di bullismo. Il bullismo, come dice Francesco Alberoni, non è altro che “la forma primordiale di potere”; con esso il più forte, ovvero il bullo, prende di mira i più deboli e li trascina con sé e questi di conseguenza agiscono come un gregge di pecore. Ma come bisogna combattere il bullismo? <È inutile l’ammonizione, la sanzione. Il bullo se ne fa vanto. Invece sono efficaci le misure che gli tolgono il pubblico, prima di tutto l’espulsione. Chi è espulso non conta più nulla, non ha più nessuno su cui esercitare il suo fascino. Ma, dal punto di vista sociale, espellere dei ragazzi per poi lasciarli in strada è estremamente dannoso. Sono perciò stati molto bravi i magistrati che hanno mandato i bulli a lavorare in un centro di assistenza ai disabili, insegnando così loro che la società civile non consente al prepotente di opprimere il debole, ma deve aiutarlo>, ancora parole di Francesco Alberoni, tratte dall’articolo “Il bullismo si elimina con una scuola competitiva”-Corriere della sera.
Oltre a questo tipo di bullismo, vi è anche il “cyberbullismo”, cioè il bullismo online. Un caso di cyberbullismo conosciuto è quello di una ragazzina di quattordici anni che si è suicidata a causa di insulti fatti su Ask. Per lei l’adolescenza pian piano era diventata una prigione, la sua libertà era svanita, la sua unica pecca era stata quella di essere fragile, non sapeva più, dove fosse la felicità, che ormai le sembrava una meta irraggiungibile; aveva scoperto e utilizzato Ask come un suo rifugio, dove era riconosciuta come la ragazza dark, ma poi questo rifugio l’ha tradita, facendole offese. Ciò è quanto dicono Silvia Bergamin e Claudio Malfitano nell’articolo “Ragazza di 14 anni spinta a uccidersi dagli insulti su Ask.fm”
Queste forme di violenza vanno combattute o almeno controllate, perché, come si è già visto, più si va avanti e più crescono rovinando così l’intera comunità e abbattendo ogni forma di libertà, poiché chi è stato vittima di bullismo, si chiude in se stesso.
Francesca Ponzo IV A

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